Collection historique
La collezione storica include sia reperti provenienti dalle vecchie collezioni universitarie, raccolti tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, dai naturalisti Doria, Filipponi, Mucciarelli, Rudel, De Amezaga, Peracca e Carruccio in varie località dell’Africa, dell’Asia sudorientale e dell’Italia, sia reperti raccolti negli anni ’50 e ’60 del ‘900 da Zavattari, Baschieri Salvadori e Bronzini in Africa e in America meridionale. Un discreto numero di esemplari proviene inoltre dall’ex Giardino Zoologico di Roma.
L’attuale collezione universitaria è ciò che rimane di una raccolta ben più vasta, risalente in larga parte al periodo che va dalla fine del 1800 ai primi anni del 1900. Tale periodo, che vide l’avvento di Antonio Carruccio alla direzione dell’Istituto e Museo Zoologico universitario, fu assai fecondo per l’erpetologia di Roma e del Lazio. Grazie al grande impegno profuso da Carruccio tra il 1887 e il 1914, alle raccolte che egli stesso svolse in ambito cittadino e regionale e alle missioni effettuate da vari zoologi della scuola erpetologica romana dell’epoca in Asia e in Africa, la collezione raggiunse dimensioni cospicue. Dopo Carruccio, che lasciò la direzione del Museo per raggiunti limiti di età nel 1914, iniziò per le collezioni erpetologiche un periodo di decadenza durato quasi cinquanta anni (1932-1980), nel corso del quale la maggioranza dei reperti andò perduta o subì danni irreparabili. Della originaria, ricca collezione messa in piedi da Carruccio nei primi del ‘900 rimangono oggi circa 150 esemplari di anfibi e poco più di 620 esemplari di rettili, quasi tutti conservati in liquido.
Tra gli esemplari i reperti conservati a secco sono particolarmente interessanti, in chiave storica ed etnozoologica, due mummie egizie di giovani esemplari di coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus), donate al Museo dalla Regina Elena nel 1933 e provenienti dalla tomba faraonica di Fayoum (Egitto). Sono poi da ricordare, per il loro valore storico e come testimonianza dei metodi antichi e moderni della tassidermia zoologica, due grandi esemplari di testuggine delle Galapagos (Chelonoidis nigra), un esemplare di testuggine gigante di Aldabra (Dipsochelys dussumieri), vari esemplari di coccodrilli e alligatori di grandi dimensioni, un Boa constrictor, un grande esemplare di varano fasciato (Varanus salvator), uno splendido preparato tassidermizzato di eloderma sospetto (Heloderma suspectum). Tra i reperti conservati in liquido meritano di essere ricordati due enormi esemplari della rara salamandra gigante del Giappone (Andrias japonicus), e due esemplari adulti di salamandra pezzata (Salamandra salamandra) raccolti nel 1891 nell’Agro Romano; questi ultimi rappresentano una preziosa testimonianza storica e indicano che questa specie, oggi assai rara ed estremamente localizzata nel Lazio, ancora 100 anni fa aveva una diffusione ben più ampia di quella attuale. Un cenno a parte merita, per il suo carattere di eccezionalità, un biacco adulto (Hierophis viridiflavus) che ingoia un suo simile (esempio di cannibalismo).