Alca impenne
Scambiata spesso per un pinguino, l’alca impenne (Pinguinus impennis) è in realtà una vicina parente di gabbiani e sterne, buoni volatori.
Viveva in popolazioni numerose in tutto il Nord Atlantico e si riproduceva dalle coste rocciose del Canada a quelle delle isole Faeroe e dell’Irlanda. Per le sue caratteristiche biologiche – distribuzione geografica limitata, scarsa fecondità e alta specializzazione della dieta – questo uccello era già a rischio di sopravvivenza. Pertanto, quando gli uomini cominciarono a darle la caccia per le piume, la carne, il grasso e le uova, divenne sempre più rara. Fu allora che l’alca divenne preda di molti collezionisti fino a che nel 1844, in Islanda, non fu uccisa l’ultima coppia. Attualmente ne sono conservati nei musei solo 80 esemplari e di questi solo 5 in musei italiani. L’esemplare conservato presso il Museo Civico di Zoologia è uno dei più belli per la livrea estiva, la preparazione tassidermica e la postura naturale.
All’ingresso del Museo la scultura di Alca impenne realizzata nel 2007 dall’artista americano Todd McGrain ci ricorda che l’estinzione di una specie è per sempre.