Pesci e altri animali del Tevere, fra passato e presente

Il fiume Tevere, con un corso principale di circa 405 km di corso ed un bacino idrografico di 17375 km², è il più grande tra i fiumi appenninici e lungo il suo reticolo idrografico possiamo osservare una gran varietà di ambienti d’acqua dolce. Torrenti, laghi, canali e lo stesso corso principale, che li connette fra loro, ospitano un elevato numero di specie, i cui cicli biologici dipendono fortemente dalle acque del Tevere. Gerardo Petrosino, PhD alla Sapienza Università di Roma, in questo incontro ci accompagna alla scoperta degli animali che frequentano ancora oggi questo ambiente o che erano presenti in passato nel fiume. In particolare, molte sono le specie ittiche, alcune delle quali non si trovano in nessun’altra area geografica del pianeta. Tale biodiversità è però a rischio: le attività umane, come l’alterazione del flusso d’acqua, la costruzione di sbarramenti e l’inquinamento, stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza dei pesci d’acqua dolce, in Italia come nel resto del mondo. Fra le cause principali di minaccia vi è inoltre l’introduzione di specie non originarie del territorio; negli ultimi decenni questi nuovi abitanti del Tevere si sono diffusi lungo il reticolo idrografico e in alcuni casi sono entrati in competizione con le specie native, contribuendo alla loro scomparsa. Alcuni reperti del Museo Civico di Zoologia, normalmente non esposti al pubblico, testimoniano proprio come alcune specie (non solo di pesci) una volta comuni nel Tevere, siano ormai scomparse da questo fiume e ci forniscono informazioni utili per evitare che altre possano andare incontro alla stessa fine.